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Atletica Leggera

43 candeline per Giusy Versace: l’energia di un fiume in piena

mag

20

2020
Giusy Versace con il responsabile delle Fiamme Azzurre
Giusy Versace con il responsabile delle Fiamme Azzurre

Oggi compie 43 anni Giusy Versace, prima atleta donna italiana a correre con doppia amputazione agli arti inferiori, finalista nei 200 metri alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro, scrittrice e interprete a teatro della sua autobiografia, Con la testa e con il cuore si va ovunque, dal 23 marzo 2018 è deputato della Repubblica Italiana. Questi incredibili traguardi aiutano a capire la potenza di Giusy, ma chiunque abbia avuto il piacere di conoscerla, sa che la sua vera forza è essere spontaneamente ispiratrice e catalizzatrice di sentimenti positivi che travolgono chiunque la incontri, per questo e per mille altri motivi siamo felici di augurarle buon compleanno.

Oggi è il tuo compleanno, sarà diverso sicuramente dagli altri, come lo festeggerai?
“Il fatto che capiti di mercoledì mi porta a essere occupata tutto il giorno, non ci penserò più di tanto. Certo, ammetto che ogni anno organizzo anche solo una piccola cena tra pochi amici ristretti quantomeno per il piacere di spegnere le candeline, rituale a cui mia madre tiene particolarmente. Quest’anno, così particolare, mi porta a stare lontana da tante persone che vorrei vicine… ma ho mio fratello accanto e se lo conosco bene, di certo farà saltare fuori qualche candelina da spegnere. Anche solo per immortalare il momento e ricordarmi che sono 43”.

Deputato della Repubblica Italiana, atleta paralimpica di altissimo livello, conduttrice di successo… Che sogni hai ancora nel cassetto?
“Se mi volto indietro, realizzo di aver fatto talmente tante cose che io stessa non credevo possibile fare. Se mi avessero chiesto di scommettere su di me, forse non lo avrei fatto. Non mi attribuivo tutta questa forza e determinazione che ho tirato fuori dopo l’incidente. Credo che l’amore per la vita e la voglia di contagiare positivamente la gente mi abbia spinta ad accettare le sfide sempre più grandi cogliendo ogni cosa, per quanto difficile, come un’opportunità. Non ho particolari sogni se non quello di sconfiggere l’ignoranza, troppa. Soprattutto quella che ruota attorno al mondo dello sport e della disabilità”.

Da sempre ti batti per i diritti delle donne, per la difesa e la tutela della disabilità, quale battaglia ti sta più a cuore?
“I diritti rappresentano conquiste dietro cui donne e uomini si sono battuti per anni. Purtroppo bisogna ancora lottare molto per tutelare e garantire quei diritti, soprattutto per le donne e le persone con disabilità. Questo è uno dei motivi, se non il principale, che mi ha spinta a prestare il mio volto alla politica”.

Lo sport paralimpico è in continuo sviluppo, risultati incredibili e numeri in continuo crescendo, quali pensi possano essere i prossimi obbiettivi del movimento?
“I progressi sono legati a un approccio culturale decisamente migliore del passato, e lo si deve soprattutto alla grande sensibilità di giornalisti attenti che hanno dedicato spazi importanti sui media commentando le nostre gesta atletiche, ma soprattutto la storia, l’anima, che c’è dietro ogni atleta paralimpico. Ma serve lavorare ancora molto sulla promozione perché sempre più persone con disabilità si approccino a questo mondo. Secondo me, bisogna lavorare ancora per supportare in modo significativo e costante quella mole di volontari che sono le arterie del CIP sui territori, perché possano coltivare e trasferire la passione ai tanti atleti che, purtroppo, scelgono di abbandonare per svariati motivi. Certamente va riconosciuto il merito al CIP di aver aperto una porta importante con i gruppi sportivi militari e di polizia attraverso dei protocolli d’intesa rinnovati di anno in anno. Peraltro le Fiamme Azzurre sono state il primo tra i gruppi sportivi ad aver accolto gli atleti paralimpici e con orgoglio aggiungo, è stato anche il primo gruppo ad aver appoggiato la mia iniziativa parlamentare con cui chiedo a voce alta di normare questa situazione. Da atleta paralimpica, oggi in Parlamento, non potevo non richiamare l’attenzione dello Stato su un tema così sottovalutato che dà un forte segnale anche sotto il punto di vista culturale. In breve, ho presentato una proposta di legge con cui chiedo di riconoscere pari opportunità agli atleti paralimpici. E’ importante che abbiamo gli stessi diritti riconosciuti agli atleti cosiddetti ‘normodotati’: stipendi, contributi, tutele sanitarie oltre a quella preziosa possibilità, al termine della carriera agonistica, di poter scegliere se congedarsi o firmare e prendere servizio. Se questa norma vedrà la luce come spero, (inizierà a breve l’iter nelle commissioni) sarebbe una grande vittoria non solo mia perché porterebbe la mia firma, ma di tutti noi e del mondo dello sport”.

In questi anni hai spesso visitato gli istituti penitenziari portando energia e un sorriso ai nostri colleghi e ai detenuti, in un momento così complicato a causa dell’emergenza Covid, che messaggio vuoi mandare ai nostri colleghi?
“In tutti questi anni ho partecipato con orgoglio a numerose iniziative nelle carceri italiane, durante la  quarantena ho seguito con preoccupazione i tumulti nei nostri istituti e ho mandato un video-messaggio alla polizia penitenziaria affinché gli agenti di non si sentissero soli perché in tanti eravamo fieri del loro impegno. Nel mio piccolo, per dimostrare vicinanza, ho anche provveduto a donare delle mascherine agli istituti di San Vittore, Busto e Varese in un momento in cui non se ne trovavano”.

Com’è il tuo rapporto con le Fiamme Azzurre,  il Gruppo Sportivo della Polizia Penitenziaria?
“Indosso sempre e da sempre con orgoglio la maglia delle Fiamme Azzurre anche ora che ho temporaneamente sospeso l’attività agonistica per via del mio impegno in Parlamento, ma non smetto di allenarmi e tifare per il nostro gruppo sempre meglio rappresentato. Il messaggio che mando a tutti, atleti e agenti ma anche ai dirigenti, è che dobbiamo essere sempre più coraggiosi, fieri e uniti. Questo ci rende più forti. Grazie anche perché mi avete fatto sentire parte di una famiglia e di una grande squadra di cui vado sempre più fiera. Coraggio e in bocca al lupo a tutti noi”.