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Pugilato

Russo corre contro il tempo: “Nel 2021 avrò 39 anni ma a Tokyo voglio esserci"

apr

20

2020
Clemente Russo sul ring
Clemente Russo sul ring

 

Clemente Russo, un nome che per l’Italia è sinonimo di pugilato. È stato due volte campione del mondo dei dilettanti (Chicago 2007 e Almaty 2013) e altrettante vicecampione olimpico (Pechino 2008 e Londra 2012). Per lui quella di Tokyo nel 2021 sarebbe la quinta Olimpiade.

Dove stai affrontando questa quarantena e come provi ad allenarti tra mille difficoltà?

“Sto finendo i quattordici giorni di isolamento fiduciario, ai quali mi sono sottoposto volontariamente al rientro da stage e gare all’estero. Mi alleno in modo blando a casa, perché non è possibile con i pochi strumenti che ho qui allenarmi ad alta intensità, ma l’obbiettivo comune in questo momento deve essere la salute pubblica e quindi è giusto che tutti contribuiscano”.

Hai preso parte a quattro Olimpiadi, vincendo due volte l’argento, che cosa ti aspetti dai Giochi di Tokyo?

“Innanzitutto spero di qualificarmi e portare il mio Paese, le Fiamme Azzurre e me stesso al record di cinque edizioni dei Giochi. Un volta a Tokyo non avrò altri obiettivi che raggiungere il traguardo che manca alla mia carriera: l’oro olimpico”.

A luglio compirai 38 anni e Tokyo potrebbe essere uno degli ultimi impegni mondiali della tua carriera infinita. Come stai vivendo lo slittamento al 2021?

“Non lo sto vivendo in maniera felice: già a 38 anni sarei stato il più anziano tra gli iscritti, figuriamoci a 39… Ma state certi che mi farò trovare in forma e pronto a dare tutto”.

Cosa ha rappresentato per te entrare nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Azzurre, il gruppo sportivo della Polizia Penitenziaria?

“Le Fiamme Azzurre per me sono una grande famiglia, ho avvertito da subito questo clima di unione e di collaborazione, si fa tutto per la squadra e la squadra fa tutto ciò che è possibile per te”.

Le carceri italiane stanno vivendo un momento difficilissimo a causa delle difficoltà correlate all’emergenza sanitaria che ha bloccato il Paese. Che messaggio vuoi mandare ai colleghi?

“Mi trovavo in Inghilterra per un torneo di qualificazione alle Olimpiadi e ho seguito con molta attenzione la questione. Vorrei trasmettere ai colleghi tutto il sostegno e l’orgoglio di far parte del Corpo di Polizia Penitenziaria. A loro va la mia ammirazione per la loro forza e il loro coraggio. Tenete duro"