Consegne con i droni in carcere: il Triveneto sperimenta l'”antiaerea”

feb

18

2020
Drone sorvola un carcere
Drone sorvola un carcere

 

Rilevare e intercettare droni in grado di effettuare ‘consegne illegali’ ai detenuti. E’ per questo obiettivo che in Triveneto si sta sperimentando, esattamente nel carcere di Rovigo, un sistema per il “rilevamento e l’inibizione di aeromobili a pilotaggio remoto”.

Il contrasto a questo tipo di ‘recapiti vietati’ nelle strutture penitenziarie – che avvengono attraverso sistemi aerei senza equipaggi – è dallo scorso anno una priorità delle organizzazioni internazionali per la cooperazione di polizia e la lotta al crimine.

Per individuare contromisure all’utilizzo sempre più frequente dei droni nelle carceri, l’INTERPOL (International Criminal Police Organization) ha pubblicato, nel gennaio 2019, una nota diretta al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP). E, per avviare le azioni di prevenzione suggerite a livello internazionale, dopo aver seguito un corso di addestramento, tre unità di Polizia Penitenziaria hanno ottenuto un “attestato di pilota di Aeromobili a Pilotaggio Remoto”.

Le unità in servizio presso il Provveditorato di Padova, che inizieranno a breve l’esercitazione pratica, sono abilitate a effettuare ispezioni, riprese in modalità remota e ricostruzione di ambienti in 3D. Nei mesi di marzo e aprile, poi, inizierà la sperimentazione sul campo, in collaborazione con esperti di droni e intelligenza artificiale.

Nei giorni scorsi nel carcere di Rovigo, i partecipanti al progetto si sono confrontati sulla pianificazione del test e sull’utilizzo delle attrezzature. Diverse aziende specializzate hanno inoltre proposto soluzioni innovative, da sperimentare in concreto, che potrebbero contribuire al miglioramento della sicurezza penitenziaria.