L’omaggio della Polizia Penitenziaria al personale dell’Asl di Novara

giu

03

2020
L'omaggio della Polizia Penitenziaria alla ASL di Novara
L'omaggio della Polizia Penitenziaria alla ASL di Novara

 

I flash mob delle forze dell’ordine davanti a ospedali e presidi sanitari per dire grazie a medici, infermieri impegnati nella lotta al Covid-19, sono ormai entrati a far parte di quei piccoli gesti che ribadiscono l’importanza di affrontare uniti un momento complicato per la vita del Paese. La Polizia Penitenziaria in servizio negli Istituti di tutta Italia si è resa promotrice di molte iniziative in cui ha reso omaggio agli operatori sanitari impegnati in prima line, con il suono delle sirene delle auto di servizio che si è alternato al silenzio in ricordo delle vittime.

Non ha fatto eccezione Novara: le auto della Polizia Penitenziaria a sirene spiegate hanno raggiunto il cortile dell’Asl locale, quindi gli agenti schierati hanno reso omaggio a tutto il personale sanitario. Il comandante Rocco Macrì e la direttrice della casa circondariale Rosalia Marino hanno poi consegnato al direttore generale dell’Asl Arabella Fontana uno stendardo per “solidarietà e riconoscenza a tutto il personale infermieristico, sanitario che a seguito della pandemia è coinvolto, fino all’estremo sacrificio della vita, negli ospedali e Asl di Novara e in tutta Italia”.

Un’iniziativa che è stata anche l’occasione per esprimere gratitudine per l’efficienza con cui il servizio di igiene e sanità pubblica dell’Asl novarese si è occupato dello screening in carcere. Sono al momento 230 i tamponi effettuati nel corso di sei sedute a tutto il personale della casa circondariale di Novara e ai detenuti semiliberi. Altri esami virologici sono in programma per i nuovi agenti entrati in servizio e per alcuni alla sorveglianza dei detenuti in regime di 41-bis. I test sono stati effettuati nella tensostruttura del carcere, dotata di due porte separate, una per l’ingresso e una per l’uscita, in modo tale da poter consentire un percorso unidirezionale.

Un modello organizzativo adottato in collaborazione con la direzione dell’Istituto penitenziario, “finalizzato – scrive la Asl in una nota – a garantire un servizio di qualità e di garanzia adeguato ai variegati bisogni che caratterizzano la popolazione detenuta”. Il tutto nel rispetto delle direttive dell’Istituto Superiore della Sanità e dell’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte: “La situazione emergenziale – si legge nel comunicato – ha imposto uno stretto confronto con la direzione dell’Istituto per perseguire l’obiettivo primario di evitare che la pandemia si scatenasse nel carcere, con conseguenti prevedibili e gravi ripercussioni anche sull’ordine e la sicurezza”.